Avalon High by Meg Cabot

Avalon High by Meg Cabot

autore:Meg Cabot [Cabot, Meg]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fabbri Editori
pubblicato: 2014-09-25T22:00:00+00:00


Impresa non facile, dato che non c’era spazio neppure per uno spillo. Mi ritrovai schiacciata fra Marco e Lance, mentre Jennifer finì nella scomoda - o invidiabile, a seconda dei punti di vista - posizione di incastro fra Lance e Will.

Non mi sembrava più di tanto seccata.

«Ma perché tutta questa cagnara?» volle sapere. «Oh, era soltanto Will» rispose Marco in tono annoiato. «Faceva di nuovo il Cavaliere Bianco.»

«Pronti?» chiese Will, ignorando la frecciata del fratellastro. «Se avete bisogno di prendere ancora qualcosa, questa è la vostra ultima occasione. Non rivedremo terra per un bel po’.»

Nessuno disse niente, così Will avviò il motore e il gommone scivolò verso l’ormeggio della barca a vela di Will, la Pride Winn.

Fu allora che mi resi conto, nonostante lo sgradevole episodio sul Molo dell’Ego, di aver preso la decisione giusta. Oh, non che fosse il massimo dell’allegria vedere Will e Jennifer seduti tanto vicini che le loro spalle si sfioravano (dalla parte opposta, naturalmente, c’era la spalla di Lance contro quella di Jennifer). O che fosse divertente vedere Marco fare gestacci alla gente seduta sulle sdraio fuori dai bar, mentre ci osservava passare (nessuno aveva mai parlato a Marco di Immagine, questo era chiaro).

È solo che mi piaceva sentire gli spruzzi salati nei capelli e la fresca brezza della baia sul viso. Mi piaceva lo sciabordio dell’acqua sotto di noi e vedere le anatre, con il loro codazzo di anatroccoli, che si affrettavano a togliersi dalla rotta del gommone.

E poi, quando finalmente arrivammo alla barca di Will, e la vidi galleggiare placida all’ancora, slanciata e lustra, di un bianco abbagliante impreziosito dalle rifiniture di legno, con il suo albero alto e sottile, pensai che ne era proprio valsa la pena.

A quanto pare, ci sono un sacco di cose da fare a bordo di una barca a vela prima di salpare. Will dava gli ordini - o talvolta anche Lance - e noi eseguivamo. Almeno, Jennifer e io. Perché Marco aveva l’aria di chi fa sempre quello che gli pare, anche se, devo dire, alcuni suoi gesti sembravano avere un qualche nesso con la preparazione della Pride Winn.

Tuttavia, per la maggior parte del tempo, fu impegnato a rivolgermi sorrisini maliziosi ogni volta che Jennifer, strisciando sul ponte, si trovava Lance davanti e diceva “Permesso” con una voce educata che dubitavo avesse quando restavano loro due da soli.

Quando finalmente fu issata la vela, ne avevo fin sopra i capelli dei sorrisini segreti che Marco mi rivolgeva. Avevo sperato di riuscire a scambiare due parole con Lance a faccia a faccia, prima di salpare, per dirgli dell’appuntamento col signor Morton e poi magari buttare lì che sapevo di lui e Jennifer... o, peggio ancora, che lo sapeva anche Marco. Avrei potuto chiedergli se aveva intenzione di fare qualcosa. Tipo mettere le cose in chiaro con Will.

Ma è difficile trovare un momento di privacy a bordo di una barca, per quanto spaziosa come la Pride Winn, e non ebbi mai modo di parlare un attimo con Lance senza avere paura di essere sentita da Will.



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